COMUNITA’ ENERGETICHE: CI SIAMO?

Lug 14, 2023

Nel periodo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, sono stati annunciati diversi progetti per la creazione di “comunità energetiche” nelle principali città italiane. Le comunità energetiche rinnovabili sono associazioni di cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni… che producono energia da fonti rinnovabili per soddisfare le proprie esigenze energetiche.

Queste comunità rivestono un’importanza particolare nel raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti.

Finora, la maggior parte delle comunità energetiche esistenti si trova in piccoli centri e aree rurali, dove è più facile trovare spazio per l’installazione di impianti solari o eolici. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, alcune grandi città europee hanno sperimentato soluzioni innovative per sviluppare comunità energetiche urbane. I risultati di questi progetti sono stati molto promettenti, il che ha portato anche in Italia alla discussione e all’avvio di progetti di comunità energetiche urbane, tra cui Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli e Palermo.

Le comunità energetiche sono associazioni riconosciute legalmente, che possono includere cittadini privati, imprese private e amministrazioni pubbliche. Tuttavia, devono rispettare determinati requisiti: devono avere l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici o sociali alla collettività; devono fornire energia a più di un edificio e i membri devono trovarsi in prossimità geografica tra loro e rispetto agli impianti di produzione, cioè nell’area sottesa alla stessa cabina primaria.

Le comunità energetiche offrono ai partecipanti la possibilità di risparmiare sui costi energetici, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica e, in alcuni casi, persino guadagnando dalla vendita dell’energia in eccesso prodotta. Non esiste un limite minimo o massimo di partecipanti a una comunità energetica: ad esempio, nel Comune di Storo, in provincia di Trento, ne fanno parte 51 residenti locali, mentre nel Comune di Macerata Feltria, nelle Marche, partecipano tutti i quasi duemila abitanti.

Le istituzioni europee stanno puntando molto sulle comunità energetiche come strumento per raggiungere due obiettivi fondamentali nella transizione ecologica: ridurre le emissioni annuali nette di anidride carbonica del 55% entro il 2030 e aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili al 32% entro lo stesso anno. Rispetto alla creazione di impianti rinnovabili gestiti da grandi società energetiche, le comunità energetiche possono essere avviate direttamente dai cittadini, permettendo di orientare anche gli investimenti privati verso la transizione ecologica. Inoltre rappresentano un’ottima alternativa per tutte quelle realtà più piccole che non potrebbero sostenere l’investimento di un impianto di proprietà e che, in questo modo, riescono comunque a usufruire di energia rinnovabile e a beneficiare dei vantaggi che porta.

Tuttavia, la costruzione di impianti di energia rinnovabile in una città in certi casi richiede soluzioni differenti rispetto a una zona rurale.

Per superare il problema della mancanza di spazi adeguati per gli impianti, ad esempio, in alcune città sono state pensate soluzioni alternative che sfruttano non solo i tetti degli edifici, ma anche altre caratteristiche specifiche della città stessa.

Ad esempio, a Copenhagen, la posizione favorevole della città vicino al mare ha permesso la costruzione di venti turbine eoliche a pochi chilometri dal porto. La proprietà di queste turbine è equamente divisa tra la società locale di distribuzione dell’energia e una cooperativa con circa 8500 membri. Secondo un documento di Energy Cities, un’associazione composta da diverse città ed enti locali dell’Unione Europea, l’energia prodotta da quest’impianto in un anno è sufficiente per coprire il fabbisogno energetico di circa 30.000 famiglie della città, ma si intende ampliare il numero dei cittadini coinvolti e potenziare ulteriormente la capacità dell’impianto.

Nella città di Gent, la terza città più popolosa del Belgio dopo Bruxelles e Anversa, sono state create cooperative che aiutano i membri delle comunità energetiche rinnovabili a individuare i migliori luoghi per l’installazione dei pannelli solari e a trovare i finanziamenti necessari per acquistarli. Le istituzioni locali contribuiscono a questo progetto coordinando le attività dei soggetti coinvolti e fornendo informazioni utili. Questo progetto ha portato all’installazione di circa 5000 metri quadrati di pannelli solari sui tetti della città, oltre a sistemi di accumulo per l’energia prodotta in eccesso, che viene indirizzata anche verso stazioni di ricarica per veicoli elettrici.

In Italia, secondo il rapporto del Gestore dei Servizi Energetici (l’ente pubblico responsabile della promozione delle fonti di energia rinnovabile), alla fine del 2022 erano presenti 21 comunità energetiche rinnovabili, principalmente in piccoli centri, aree rurali o montane.
Fino ad ora, l’unica comunità energetica rinnovabile attiva in una grande città italiana è quella di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est di Napoli. Questa comunità è partita a dicembre 2021 e fornisce energia a venti famiglie del quartiere tramite 166 pannelli solari montati sul tetto della sede di una delle associazioni membro della CER.

L’impegno per sviluppare comunità energetiche, però, è evidente anche in altre grandi città italiane.

Ad esempio, il Comune di Milano ha partecipato a un bando regionale per finanziare cinque comunità energetiche nelle aree di Ghisolfa, Niguarda, Bovisa, Città Studi e Chiaravalle. Una volta ottenuto il finanziamento, sarà necessario raccogliere le adesioni dei residenti delle aree interessate. Il Comune ha dichiarato di mettere a disposizione i tetti degli edifici pubblici per l’installazione di pannelli solari. Anche a Firenze, si sta cercando di sfruttare un bando regionale per finanziare progetti di comunità energetiche nei quartieri di Rifredi e Isolotto Legnaia. A Roma, ci sono iniziative finanziate e coordinate dal Comune per la creazione di una comunità energetica in ciascuno dei quindici Municipi della città, insieme ad altri progetti di riqualificazione degli edifici pubblici, in particolare le scuole, che potrebbero ospitare l’installazione di pannelli fotovoltaici.

A Palermo, è già in fase di sviluppo un progetto per creare una grande comunità energetica nella periferia orientale della città. Nel mese di ottobre dello scorso anno, il Comune ha stanziato 63.000 € per altri dodici progetti in questo settore. A Torino, invece, l’iniziativa parte da realtà private e professionali coordinate dalla Camera di Commercio, attraverso il progetto CERTo (Comunità Energetiche Rinnovabili Torino). L’obiettivo è ottenere l’adesione di altre imprese e cittadini e identificare le aree più adatte per l’installazione degli impianti. Il progetto verrà presentato il 10 luglio.

È plausibile che il numero di comunità energetiche italiane aumenti considerevolmente nel corso di quest’anno, a causa dell’elevato numero di richieste e degli incentivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Decreto Legislativo del 2021 in materia energetica. Tuttavia, l’attuazione di questo decreto richiede l’approvazione di un regolamento da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che nonostante gli annunci fatti quest’anno, non è ancora stato approvato. L’approvazione di tale regolamento permetterebbe di attivare molte comunità energetiche già pronte a entrare in funzione e di stimolare nuove iniziative per la loro costituzione.