Dalla spinta sui fossili alla guerra dei dazi, la strategia energetica statunitense sotto Trump rischia di rallentare il cammino europeo verso le rinnovabili e aumentare la volatilità dei mercati.
La strategia energetica USA e la nuova centralità dei combustibili fossili
Negli ultimi anni, la politica energetica statunitense ha puntato con forza sui combustibili fossili. Già durante il primo mandato di Donald Trump, sono stati adottati oltre 170 provvedimenti per incentivare la produzione interna di gas naturale liquefatto (GNL) e petrolio, riducendo al contempo regolamentazioni ambientali e investimenti nelle rinnovabili.
Secondo il Center on Global Energy Policy della Columbia University, questa spinta ha contribuito a rendere gli Stati Uniti il primo esportatore mondiale di GNL, con un ruolo sempre più influente anche in Europa. L’effetto domino si è tradotto in maggiore concorrenza sul mercato globale e in una ridefinizione degli equilibri energetici internazionali.
L’effetto dei dazi: ostacoli alla transizione energetica globale
Le barriere commerciali introdotte dagli USA – in particolare su tecnologie green come pannelli fotovoltaici e batterie – minacciano la competitività del settore delle energie rinnovabili. L’International Renewable Energy Agency (IRENA) ha sottolineato come questi ostacoli possano rallentare il passaggio a un mix energetico più sostenibile, con ricadute dirette anche in Europa.
Se le materie prime strategiche, come litio, terre rare e cobalto, diventano oggetto di una guerra commerciale, il rischio per l’Italia è concreto: i progetti legati all’autoproduzione, allo stoccaggio e all’indipendenza energetica potrebbero subire pesanti rallentamenti.
Europa tra pressioni geopolitiche e nuove alleanze energetiche
Durante il confronto con l’UE, l’amministrazione Trump ha più volte collegato l’alleggerimento dei dazi all’acquisto massiccio di energia americana, in particolare GNL. Eppure, l’Europa sta seguendo un’altra rotta: rafforzare la propria autonomia energetica, grazie a investimenti nelle rinnovabili e a meccanismi come il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che penalizzano le fonti più inquinanti.
Il rischio per gli USA è perdere una quota importante del mercato europeo, sempre più attento alle emissioni lungo l’intera filiera e orientato verso soluzioni a basse emissioni.
Quali ripercussioni per il mercato energetico italiano
Il GNL statunitense ha giocato un ruolo chiave nella sostituzione delle forniture russe. Tuttavia, la volatilità geopolitica e le ipotesi di nuovi dazi potrebbero innescare due scenari:
- una maggiore offerta, con prezzi più bassi e contratti competitivi;
- oppure un aumento dei prezzi, con effetti negativi sui costi industriali, in particolare per le imprese energivore.
Le relazioni con fornitori alternativi come Algeria e Qatar diventano così decisive, ma non sempre garantiscono la stessa flessibilità e convenienza.
Il cambio euro-dollaro e la speculazione sui mercati
Nel breve periodo, l’annuncio di politiche protezionistiche ha rafforzato il dollaro, rendendo più costose le importazioni energetiche per i Paesi europei. Ma a partire dal 2025, la tendenza si è invertita: la valuta americana ha perso terreno, complice l’incertezza sulle future strategie USA e la fuga di investitori verso mercati più stabili.
Il risultato? Maggiore imprevedibilità nei contratti di fornitura, difficoltà nella pianificazione industriale e speculazioni che frenano la competitività delle imprese italiane.
Come rispondere: soluzioni per l’Europa e per le imprese
Per ridurre l’esposizione alle tensioni geopolitiche e commerciali, l’Europa deve accelerare sul fronte delle rinnovabili. Investire in tecnologie pulite e diversificare le fonti di approvvigionamento significa costruire un sistema energetico più stabile, competitivo e sicuro.
Anche per le imprese italiane è arrivato il momento di cambiare approccio: monitorare costantemente i consumi, valutare nuovi modelli contrattuali, affidarsi a partner esperti.
L’energia è diventata una vera e propria leva strategica. E solo chi sa leggerne i segnali sarà in grado di anticipare i rischi e cogliere le opportunità.
Fonti:
- https://www.reuters.com/business/energy/european-clean-energy-stocks-tumble-trump-wins-presidency-2024-11-06/
- https://www.ft.com/content/05a41924-b5be-41dd-aaae-89121b4ac146
- https://www.reuters.com/markets/commodities/us-lng-exporters-could-hit-methane-snag-europe-jain-boersma-2025-03-28/
- https://www.repubblica.it/green-and-blue/2025/04/15/news/dazi_trump_green_deal_ue-424129106/