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Price Cap e approvvigionamento di fonti energetiche: a che punto siamo?

Il problema dell’approvvigionamento di fonti energetiche è tornato in maniera preoccupante d’attualità, a causa degli ultimi sviluppi del conflitto russo-ucraino. Per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici, l’Italia è pesantemente dipendente dall’importazione delle due principali fonti energetiche: il petrolio e il gas, che importa rispettivamente per il 92% e 96% del suo fabbisogno annuale.

Le preoccupazioni derivano da due situazioni che si sono create negli ultimi giorni. Da una parte il presidente russo Vladimir Putin ha definito il tetto massimo del prezzo del petrolio discusso dai leader europei “una minaccia per il benessere di miliardi di persone”. “Deve essere chiaro” ha dichiarato Putin “che limitando il prezzo del petrolio dalla Russia, creando un limite di prezzo artificiale, si aggraverà inevitabilmente il clima degli investimenti nell’intero mondo energetico, che porterà ad un’ulteriore crescita del prezzo.

Il Presidente russo ha annunciato inoltre di non voler fornire energia ai Paesi che introdurranno il Price cap.

Dall’altra, anche in Ucraina si annunciano tagli alle forniture energetiche europee.
Dopo i bombardamenti russi sulla capitale Kiev e su diverse città dell’Ucraina, il ministero dell’Energia ucraino ha infatti comunicato che già dall’11 ottobre, è stata interrotta l’esportazione di elettricità verso l’Unione europea. Un blocco che arriverà fino alla fine del 2022. Il motivo sarebbe che, gli attacchi missilistici russi avrebbero colpito indiscriminatamente sia bersagli civili che infrastrutture energetiche strategiche.

La risposta dell’Unione Europea arriverà la settimana prossima, quando i leader dell’UE si riuniranno a Bruxelles. All’ordine del giorno oltre alla questione dei rapporti con la Russia, si affronteranno i temi riguardanti la situazione dei prezzi dell’energia, la sicurezza dell’approvvigionamento, l’ottimizzazione del mercato e la riduzione della domanda.

Contemporaneamente la soluzione che l’Italia sta cercando è quella di trovare nuovi partner per importare ciò di cui ha bisogno. Nello specifico, Libia e Azerbaijan – tramite la rete di gasdotti esistenti – Egitto, Qatar, Congo, Mozambico, Angola e Nigeria soprattutto per quanto riguarda il gas liquido. Inoltre, nel corso dell’estate il Governo italiano si è mosso per una più stretta alleanza commerciale con l’Algeria, al fine di farla divenire il nostro primo fornitore di gas attraverso il gasdotto Transmed.

Sono queste, soluzioni a lungo termine che rischiano di rispondere alla questione energetica in maniera lenta.

Noi di Energika riteniamo utile affrontare i mesi a venire cercando di ridurre i consumi di gas ed elettricità in tutti i settori, e optando per soluzioni di efficientamento energetico legate a investimenti immediati sulle fonti rinnovabili e a un’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti.

Energika propone infatti servizi di consulenza dedicati e personalizzati in base alle esigenze di ogni cliente, che vanno dall’analisi degli indici energetico-finanziari e del mercato per ottimizzare il posizionamento strategico dei contratti di fornitura agli audit energetici, fino alla progettazione di impianti fotovoltaici e di efficientamento.

Intervenire subito, visti gli sviluppi, non solo è utile, ma necessario.

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