Negli ultimi mesi il quadro degli incentivi dedicati alle comunità energetiche rinnovabili ha subito un cambiamento rilevante. La revisione del PNRR ha ridimensionato in modo drastico i fondi disponibili, riducendo la dotazione iniziale e creando un effetto imbuto che ha coinvolto centinaia di progetti già avviati da imprese, enti locali e soggetti aggregatori.
Molte aziende avevano iniziato un percorso verso l’autoconsumo condiviso, avevano valutato studi preliminari e sostenuto costi di progettazione, contando su un sostegno economico ormai incerto. In questo contesto diventa fondamentale capire come si sta muovendo il MASE, quali sono le vere possibilità di finanziamento ancora attive e quali strade alternative permettono alle imprese di non interrompere i propri piani di investimento in impianti da fonti rinnovabili.
Cosa sta accadendo ai fondi PNRR per le comunità energetiche rinnovabili?
I fondi disponibili sono quasi esauriti e non copriranno tutte le domande presentate.
La revisione del PNRR ha ridotto i fondi destinati alle CER da 2,2 miliardi a 795,5 milioni di euro. Questa contrazione nasce dalla difficoltà, riscontrata da molti progetti, di rispettare la scadenza del 30 giugno 2026 imposta dalla Commissione europea. La riduzione delle risorse ha creato una saturazione immediata delle richieste.
Secondo i dati del GSE aggiornati al 20 novembre 2025, le domande presentate hanno già raggiunto 772,5 milioni di euro, pari a 1.759,7 MW di potenza, superando la milestone prevista di 1.730 MW. In questo scenario il MASE ha comunicato che tutte le domande pendenti saranno valutate, ma solo i progetti con esito positivo e copertura finanziaria potranno firmare gli atti d’obbligo.
I progetti idonei ma non finanziati non verranno scartati: resteranno validi ai fini di eventuali scorrimenti futuri o di integrazioni economiche che potrebbero arrivare nei prossimi mesi. Tuttavia, ulteriori istruzioni operative saranno fornite solo dopo l’approvazione formale della revisione del PNRR da parte del Consiglio dell’Unione europea e l’adozione degli atti normativi necessari.
Cosa possono fare le imprese che hanno già presentato domanda per una CER ma ora sono in attesa?
Le imprese possono rafforzare la propria posizione tecnica, prepararsi a possibili scorrimenti e valutare percorsi paralleli per non bloccare gli investimenti.
La revisione del PNRR ha lasciato in sospeso molte aziende che avevano già presentato domanda per partecipare a una comunità energetica rinnovabile. In questa fase di transizione, la strategia più efficace non è attendere passivamente una comunicazione ufficiale, ma consolidare i documenti tecnici già prodotti e completare gli elementi che potrebbero risultare decisivi in caso di scorrimento o rifinanziamento.
Le imprese possono aggiornare i dati di consumo, verificare la coerenza del progetto rispetto alle nuove indicazioni normative, approfondire la sostenibilità economica dell’impianto anche senza contributo e valutare se la configurazione proposta consenta margini di autoconsumo sufficiente a garantire un ritorno competitivo. Questo lavoro preliminare riduce i tempi di reazione quando si aprono nuove finestre di finanziamento e consente di prendere decisioni rapide, evitando blocchi o ritardi.
In alcuni casi può essere utile rivedere alcuni elementi della progettazione, soprattutto quando un impianto ridimensionato o ricalibrato permette di restare competitivi anche senza contributo. Infine, mantenere una visione chiara delle alternative disponibili tutela l’azienda da eventuali irrigidimenti del quadro normativo e preserva la possibilità di procedere in tempi certi.
Quali alternative hanno le imprese che vogliono investire in produzione da fonti rinnovabili?
Esistono incentivi nazionali, bandi specifici e strumenti finanziari che permettono di procedere anche in assenza dei fondi PNRR.
La riduzione delle risorse non impedisce alle imprese di realizzare un impianto fotovoltaico o di avviare progetti di autoconsumo. Oggi sono disponibili canali di finanziamento stabili, misure attive e opportunità regionali che sostengono investimenti già maturi sul piano tecnico.
Per affrontare questa fase con una base solida, molte aziende scelgono di aggiornare l’analisi dei consumi e valutare gli interventi più efficaci attraverso un audit energetico. Questo documento permette di consolidare i dati tecnici, rafforzare la progettazione e presentare una candidatura più competitiva in vista di possibili scorrimenti o dell’apertura di nuovi bandi. Puoi approfondire il nostro servizio di audit energetico industriale.
1. Fondo nazionale per l’efficienza energetica (FNEE) – MASE
Il Fondo sostiene impianti da fonti rinnovabili e progetti di efficientamento con finanziamenti agevolati.
Il FNEE rappresenta una delle misure più solide messe a disposizione dal MASE. Prevede finanziamenti a tasso agevolato e una garanzia pubblica che riduce il rischio di investimento per le imprese. È indirizzato a progetti che riguardano sia la produzione da fonti rinnovabili sia la riduzione dei consumi nei processi produttivi.
La natura rotativa del Fondo garantisce continuità: una caratteristica essenziale in un periodo in cui le risorse PNRR sono soggette a rapida saturazione.
2. Bando FER 2025 per impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo
Il programma sostiene l’installazione di impianti fotovoltaici industriali in aree idonee con contributi e tariffe dedicate.
Il nuovo bando FER 2025 interviene su un tema centrale per molte imprese: la possibilità di installare impianti fotovoltaici di taglia medio-grande, con o senza sistemi di accumulo. Prevede contributi in conto capitale e tariffe dedicate, privilegiando i progetti in autoconsumo e le installazioni in aree già urbanizzate.
Per le aziende che avevano previsto la partecipazione a una CER ma possiedono i requisiti per realizzare un impianto autonomo, questa misura rappresenta un’alternativa immediata e concreta.
Per le imprese che scelgono di procedere comunque con un impianto fotovoltaico, anche in assenza del contributo PNRR, qui trovi maggiori informazioni sulla progettazione di impianti fotovoltaici e industriali.
3. Programmi regionali FESR 2021–2027
Le Regioni finanziano fotovoltaico, accumuli e interventi di efficientamento con contributi a fondo perduto.
I Programmi regionali FESR rappresentano uno dei canali più attivi per il sostegno alle imprese che intendono investire in impianti rinnovabili. Le Regioni aprono bandi dedicati con contributi dal 30% al 50% a fondo perduto per fotovoltaico, pompe di calore, sistemi di accumulo e interventi sul processo produttivo.
Per le aziende con stabilimenti distribuiti sul territorio nazionale, questi programmi permettono di accedere a più linee di finanziamento nel corso dell’anno, aumentando le probabilità di ottenere contributi per i progetti già progettati o in fase di definizione.
4. Contratti EPC per realizzare un impianto senza capitale iniziale
Il modello EPC permette di installare un impianto fotovoltaico aziendale senza immobilizzare risorse finanziarie.
Il contratto EPC (Energy Performance Contract) è uno strumento che consente alle imprese di realizzare un impianto da fonti rinnovabili o un intervento di efficientamento senza sostenere l’investimento iniziale. Il costo dell’opera viene recuperato con i risparmi generati nel corso degli anni e il rischio tecnico ricade sul soggetto realizzatore.
Questo modello evita blocchi negli investimenti, soprattutto per le aziende con consumi elevati che desiderano ridurre i costi energetici senza attendere nuovi bandi o nuove disponibilità economiche del PNRR. L’EPC permette inoltre di accelerare i tempi di realizzazione e di concentrare le risorse interne sull’attività produttiva, lasciando la gestione tecnica e amministrativa all’azienda che realizza l’impianto.
In sintesi
- La revisione del PNRR ha ridotto in modo significativo i fondi destinati alle comunità energetiche rinnovabili, causando un rapido esaurimento delle risorse e lasciando molti progetti in attesa di valutazione.
- Le imprese che hanno già presentato domanda per una CER possono rafforzare la documentazione tecnica, aggiornare i dati di consumo e prepararsi a possibili scorrimenti, senza sospendere la progettazione.
- Oggi esistono diversi strumenti che permettono di investire comunque in impianti da fonti rinnovabili: il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, il bando FER 2025 e i programmi regionali FESR 2021–2027.
- Modelli finanziari come il contratto EPC consentono di realizzare un impianto fotovoltaico senza capitale iniziale, riducendo i rischi e garantendo tempi certi di realizzazione.
- I PPA on-site e off-site permettono di acquistare energia rinnovabile a un prezzo fisso nel lungo periodo, proteggendo l’azienda dalla volatilità del mercato elettrico.
- Un approccio strategico che combina valutazioni tecniche solide, analisi economiche e conoscenza delle misure disponibili permette alle imprese di proseguire nella transizione energetica anche in assenza dei fondi PNRR.