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L’Europa e il REPowerEU: due buone notizie

La Commissione europea ha chiuso mercoledì 22 febbraio il progetto sviluppato con l’Agenzia internazionale per l’energia che ha aiutato gli Stati membri a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili della Russia, come stabilito nel piano REPowerEU.

Il progetto era stato lanciato quasi un anno fa attraverso un apposito bando nell’ambito della risposta della Commissione alla crisi energetica innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

In particolare, la Commissione, insieme all’Agenzia internazionale per l’energia (AIE), attraverso lo Strumento di Sostegno Tecnico (STI) ha fornito ai partecipanti consulenza e sviluppo di capacità per identificare e intraprendere riforme e investimenti specifici nel campo delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della produzione di idrogeno rinnovabile e di soluzioni innovative per decarbonizzare l’industria in linea con gli obiettivi di REPowerEU.

“Il progetto – si legge in una nota della Commissione – ha aiutato concretamente gli Stati membri a prepararsi per l’inverno e oltre, sostenendo nel contempo il loro percorso verso l’azzeramento delle emissioni”.

La chiusura di questo programma crea un nesso tra sicurezza energetica e transizione mondiale verso l’energia pulita per mezzo della politica esterna e della diplomazia in materia di energia, in risposta alla crisi dell’energia scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina e alla minaccia incombente dei cambiamenti climatici. Insomma, si prevede un futuro più Green e più stabile per l’energia europea.

Sempre in ambito REPowerEU, il Consiglio dell’Unione Europea nei giorni scorsi ha formalmente adottato un regolamento modificativo, per l’inserimento di capitoli dedicati al piano nei diversi dispositivi per la ripresa e la resilienza dei Singoli Stati membri.

Completata quest’ultima fase della procedura di adozione della norma, ora gli Stati membri potranno aggiungere un nuovo capitolo dedicato al REPowerEU ai rispettivi PNRR, allo scopo di finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi del piano, che prevede tra le altre cose di raggiungere entro il 2030 una produzione di idrogeno verde interna all’Unione pari a 10 milioni di tonnellate all’anno, a cui si dovranno aggiungere altri 10 milioni di tonnellate in import da fonti extra-UE.

Per questo nuovo capitolo del Recovery Plan l’Europa ha messo a disposizione ulteriori 20 miliardi di euro, derivanti dall’Innovation Fund (60%) e dall’anticipazione delle quote ETS (40%).

Seguendo un criterio di ripartizione che tiene conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei prezzi degli investimenti, il nuovo regolamento assegna un determinato ammontare ad ogni singolo Stato.

L’Italia – per finanziare i nuovi investimenti previsti dal capitolo aggiuntivo del PNRR dedicato al piano REPowerEU – riceverà 2,76 miliardi di euro, il 13,80% dello stanziamento totale, la quota più alta al pari di quella della Polonia, a cui è destinata la medesima cifra.

Spagna, Francia e Germania riceveranno rispettivamente 2,5 miliardi, 2,3 miliardi e 2 miliardi di euro.

Gli Stati membri avranno poi ulteriori possibilità – in base al nuovo regolamento approvato dal Consiglio – di richiedere un sostegno sotto forma di prestito, anche nel caso di richieste superiori al 6,8% dell’RNL laddove si applichino le condizioni pertinenti. Gli Stati membri avranno infine la possibilità di trasferimenti volontari dalla riserva di adeguamento alla Brexit.

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